FREEZER Magazine #19  -  December 1998
 

Roma: Museo e Laboratorio di Arte Contemporanea.

 Alla mostra fotografica di Glen E. Friedman, �FUCK YOU ALL� possiamo guardare finalmente attraverso un occhio libero e indipendente, un occhio che ha visto prima degli altri e ha comunicato i frammenti delle realtà delle sub-culture al mondo intero fin dall�età di 14 anni, quando, il suo primo scatto è finito su SkateBoarder Magazine. Trovi aggressività e intensità in tutte le sue foto che vanno da un muscolo tatuato ad un pugno sinistro alzato, un dente smantellato, uno sguardo interrogato, sbarre arrotondate da un  effetto un po� fish-eye. E strani sguardi riconoscibili nei RUN DMC che si chiedono come hanno fatto a finire dentro un obiettivo, dentro un buco nero, dentro una scatola. Ma tutto questo non basta a �rendere giustizia� ad un�altra foto ancora: Maxwell Melvins, detenuto n. 66064, fotografato attraverso un piccolo specchietto ovale tenuto dalla mano sporta oltre le sbarre,....e nel frattempo passeggio...... Ed è di nuovo ora di cominciare a camminare tra denti rotti e microfoni in bocca per forza e foto dentro altre foto, attimi bloccati, frammenti di tempo che sembrano essersi fermati per lui e abbiano deciso di farsi immortalare da quella macchinetta....da quella mano, da quell�occhio. Ma la stanza era stretta e lunga e non finivo di interrogarmi su quegli anni �80, su quelle parole di quei testi di quei mitici BEASTIE BOYS, degli amici PUBLIC ENEMY fotografati dentro ad una stanza buia ma illuminati da una sola lampada che come un occhio di bue esalta quelle grandi mani nere su due piatti altrattanto neri e tanto girano le une tanto girano gli altri, e tanto girano gli altri tanto girano quelle rotelle sotto ad una tavola rigida su una superficie curva di una piscina vuota con un sole che d�incanto sostituisce quella lampada di prima.......e di colpo ICE-T: pistolino sulla mano sinistra, maglietta rossa in tono col cappello, doppio anello sull� indice lungo, doppio orologio perché il tempo è importante e il tempo è denaro e il tempo è oro come è d�oro il collanone che mi dice �e allora?�  e una mazzetta per finire sulla mano sinistra...    Ma a cosa vi rimandano  queste immagini? E a cosa pensa lui quando scatta?

FREEZER lo ha intervistato rompendogli le palle all�ora di pranzo!!!!!

D-  Di cosa è fatto, Glen, il filo conduttore che unisce con energia skaters e band?

Glen-  Quel filo è energia che si traduce in aggressività e intensità, queste sono le caratteristiche che ricerco quando scatto, queste le espressioni dei visi che cerco e i momenti che mi piacciono.

D-  Dov�è l�amore in quello che vedi e che fai?

Glen- L�amore è dovunque, è nella gente, è nel mio lavoro, io sono positivo nei confronti di tutto quello che vivo, da quando mi sveglio a quando vado a dormire, io sono felice, perché posso scegliere, scegliere di non essere stupido, di fare quello che mi piace, di fotografare quello che m�interessa e soprattutto di fare ciò che sento, e tutto questo lo faccio con amore, nel rispetto degli esseri umani.

D-  Che responsabilità pensi di avere nei confronti del mondo che rappresenti attraverso la tua arte?

Glen- Penso di avere grandi responsabilità nei confronti di quello che faccio, ho soprattutto la responsabilità di veicolare le mie idee attraverso le mie foto, di fare quello che sono, di fare quello che voglio. E quello che voglio adesso è di far capire, per esempio, quanto siano sballati gli equilibri ecologici su cui fondiamo le nostre vite; per fare un discorso di proporzioni bisognerebbe partire da quanto sia egoista l�atteggiamento dell�uomo che produce carne per mangiare carne; per avere mezzo chilo di carne necessitano 10 chili di grano che se invece venissero consumati direttamente sfamerebbero sicuramente una fetta più ampia di popolazione . E questa è una proporzione esagerata.
Trasmettere la consapevolezza delle cose è un fatto di cultura, di educazione e di informazione. Io amo la carne, le belle bistecche, ma ho cambiato la mia vita in nome di un equilibrio superiore.
La mia responsabilità è proprio quella di propagare le mie idee attraverso le immagini, le foto, in un modo diverso e un po� nascosto ma che sono sicuro raggiunge quella percentuale di persone che vogliono capire.

D-  Qual�è il criterio col quale decidi se pubblicare o no una tua foto, e quale il criterio col quale ti scegli i magazine?

Glen -  Le mie scelte sono molto accurate e attente perché purtroppo dietro a qualsiasi progetto finanziario che sia un disco o una rivista c�è spesso un organizzazione che magari è collegata con l�industria di pellicce.....o con l�azienda di carne per hamburger, in quel caso voglio sempre sapere dove vanno a finire i miei contributi.

D-  E la scelta delle band con cui lavorare, (riconoscendo tra i tuoi lavori le copertine ai Beastie Boys, foto ai Fugazi, ai Public Enemy), da cosa dipende?

Glen- Principalmente è un fatto di stima reciproca, chiunque mi chiama deve apprezzare il mio lavoro, l�ideologia che ci sta dietro, e anch�io voglio essere attratto dalle persone con le quali dovrò lavorare. Mi piace instaurare un rapporto che non sia professionale ma soprattutto d�amicizia, che nasce appunto dall�interesse da parte di entrambi di entrare in contatto. Non faccio nulla che non mi piace. E non faccio nulla per soldi, perché preferisco non perdere la mia identità, che puoi rivendicare in ogni istante della tua vita se non ti vendi con nessuno.
 
D-  Che rapporti hai con le case discografiche?

Glen-  Molto spesso se lavoro con loro è perché voglio lavorare con la band, però impongo le mie condizioni; tutti sanno che sono una persona difficile e che non riesco a scattare una foto in un tempo preciso e stabilito da loro. Se non gli va bene �FUCK YOU�, non perdo il mio tempo per rendere felici loro, faccio il mio lavoro a modo mio.

D-  Eppure per i media e per la stampa anche tu diventi un �oggetto da commercio� e quindi sei sottoposto allo stesso trattamento che tu riservi alle case dicografiche, per esempio.

Glen-   Lo so bene, come so pure che le interviste che rilascio vengono tagliate, modificate, incollate, ma spero sempre che da quelle poche parole che dico qualcuno si interessi, compri il mio libro e si accosti ad un nuovo modo di pensare.

Da Roma questo è tutto!

freezerfreezer



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