MOSTRE FOTOGRAFICHE
Glen E. Friedman
:
IMMAGINI SPECIALI
"La maggior parte delle persone
che ho
fotografato nel corso di questi anni
hanno lo stesso
atteggiamento nei confronti di chi prova a dir loro cosa
devono
fare; la risposta è sempre quella: vaffanculo! Questa è
essenzialmente la storia. Molti non capiscono quante cose hanno in
comune
skaters, punks e ragazzi dell'hip-hop." - Glen E.
Friedman
Gli scatti fotografici di Glen E. Friedman sono testimonianze
speciali,
capaci di accomunare, nel rispetto della loro
unicità, personaggi che hanno
fatto la storia dello skateboard,
dell'hip-hop, dell'hardcore. Raccontano
di mondi vissuti e fotografati
in modo autentico e vitale, sono documenti
eccezionali della nascita e
dell'evoluzione di alcuni tra i fenomeni
culturali più
significativi del nostro tempo. Immagini forti, per nulla
inclini al
compromesso, come i soggetti che invadono il campo visivo: da
primi
skaters californiani ai gruppi della più intensa stagione del
punk-rock americano, fino ai protagonisti dell'esplosione mondiale
dell'hip-hop.
La storia fotografica di Glen E. Friedman inizia a
Los Angeles, nella
seconda metà degli anni settanta, quando,
appena quattordicenne, decide di
provare a immortalare le evoluzioni
degli 'skaters' suoi amici. E' così che
le sue immagini vengono
pubblicate su Skateboarder Magazine, rivista di
culto del tempo.
Quello è il periodo dei pionieri di ciò che è
diventato lo
skateboard come lo conosciamo oggi; Friedman, lui stesso
skater, diventa
testimone e partecipe dell'affermazione di una
generazione davvero
speciale. Jay Adams, Tony Alva, Paul Costantineau
e Stacy Peralta sono
alcuni dei nomi dei protagonisti, iniziatori di
una scena radicale. Vivono
la strada, nel vero senso della parola,
interpretando lo skate come un surf
su cui cavalcare onde di cemento,
senza uso di protezioni; non si tratta
solo di una questione di stile,
ma di un approccio insofferente alle regole
dello sport e della
società. Le foto di Friedman ne sono l'espressione più
diretta, oltre che la lucida e spettacolare testimonianza. Così
come
raccontano, di lì a qualche anno, la forza dirompente
della musica di
gruppi destinati a lasciare il segno. Primi anni
ottanta: è il momento
dell'hardcore, colonna sonora di quella
stessa 'scena' skate di cui
Friedman faceva parte. Black Flag, Minor
Threat, Bad Brains, D.O.A. e molti
altri ancora cambiarono il suono e
la storia del punk-rock e della musica
che venne dopo. Ancora una
volta le immagini immortalate da Friedman
raccontano quello che
succede, in modo speciale e partecipe. Inizia anche a
raccogliere in
una 'fotozine' divenuta leggendaria, My Rules, le fotografie
più significative, continuando a seguire l'evoluzione della
scena e le sue
conseguenze. In questo modo si avvicina e arriva a
documentare le fasi
dell'esplosione dell'hip-hop, dalla seconda
metà degli anni ottanta. Ancora
una volta insieme ai
protagonisti: Beastie Boys, Public Enemy, LL Cool J,
Ice-T, Run DMC
passano tutti davanti all'obbiettivo di Friedman, testimone
diretto e
coinvolto della faccenda, quindi in grado di raccontare la storia
in
diretta. Perché, come ha detto e scritto qualcuno,"la strada arriva
sempre prima e gli altri seguono...".
E' comunque difficile
spiegare con le parole perché le foto di Friedman
sono
così speciali. Inquadrature dirette, messa a fuoco nitida, un
frequente uso del grandangolo: tutti elementi tecnici effettivamente
presenti nel suo stile fotografico attratto dall'essenzialità,
ma c'è
dell'altro. Friedman infatti non elabora teorie
sulla tecnica utilizzata,
né si dilunga in spiegazioni
intellettuali delle componenti estetiche della
sua fotografia. Lui,
semplicemente, racconta, a colori e in bianco e nero,
storie, facce e
persone: riassumendo in uno scatto il movimento, la
tensione,
l'intensità di quello che gli succede intorno. Sono i soggetti e
la sua stessa presenza in mezzo a loro, siano essi skaters o
musicisti,
punk-rockers oppure b-boys, a giustificare e accreditare la
necessità di
questo racconto fotografico. A renderlo unico e
speciale. Questione di
stile e di credibilità, insomma,
caratteristiche imprescindibili delle
fotografie di Friedman. Lui
c'è, è sul posto e dentro la 'storia'. Non ha
bisogno di
mediazioni, né di spiegazioni: le sue fotografie diventano
così
pure espressioni artistiche, che arrivano in diretta dalla
realtà dei
fatti. Sul palco di qualche concerto, così
come in cima alla rampa da skate
o all'angolo di qualche strada di una
metropoli americana.
"Il suo lavoro è l'antitesi della
documentazione paesaggistica sociale,
della fotografia patinata
dedicata alle celebrità e del lavoro
giornalistico condizionato
dalla commissione editoriale. Altri hanno
provato a emulare l'impatto
dell'azione sintetizzato da Friedman. Ma mentre
questi sono arrivati
con una mentalità da comunicazione di massa, chiamando
a
raccolta fotografi famosi, artisti del trucco, campers, luci e generatori
per fotografare punks, skaters e rappers come modelli, Glen E.
Friedman
viaggia da solo, usa solitamente la luce naturale e scatta
dal suo punto di
vista personale, fotografando amici che svolgono le
loro attività o
comunque a proprio agio nel loro stesso
ambiente."
(C.R. Stecyk III, dall'introduzione a Fuck You
Heroes, Burning Flag Press,
1994)
Il lavoro fotografico di
Friedman, che attualmente vive e lavora a New
York, è stato
finora raccolto in due libri, esplicitamente e opportunamente
intitolatiFuck You Heroes e Fuck You Too, mentre un terzo,The Idealist
- In
My Eyes - Twenty Years , è in preparazione. Una sintesi di
questo materiale
costituisce il materiale della mostra Fuck You All,
esposta con successo,
negli ultimi due anni, a New York, Los Angeles,
San Francisco, Tokyo,
Londra e Sidney e che ora arriva anche in
Italia. A Roma, presso il Palazzo
del Rettorato, in P.le Aldo Moro 5
- l'allestimento della mostra è reso
possibile e
organizzato da SlamJam, in collaborazione con il Museo
Laboratorio di
Arte Contemporanea dell'Università degli Studi di Roma, La
Sapienza.
Le parole dello stesso Friedman introducono
adeguatamente l'esposizione.
"Prima che tutti dimenticassimo quanto
grande sia stata quella stagione
creativa, e quanto ancora potrebbe
esserlo, ho deciso di raccogliere in una
collezione le mie fotografie
preferite (le più interessanti, se non altro),
quelle che anche
meglio rappresentano gli ideali dei miei contemporanei.
Questa
raccolta è per tutti coloro che me l'hanno chiesta, per quelli
eventualmente interessati a saperne di più su queste
sottoculture e queste
persone, affinché i nostri cuori possano
vedere, e ricordare, ciò con cui
siamo venuti al mondo e spero
mai perderemo: lo spirito hardcore della vera
integrità." (Glen
E. Friedman)
(L'inaugurazione di Fuck You All avviene
giovedì 15 ottobre alle ore
18.30, con la presenza di Glen E.
Friedman e la musica 'suonata' dal divo
da dj PolGenius. La mostra
resterà poi aperta fino al 29 ottobre, con i
seguenti orari:
dal lunedì al venerdì ore 10 - 13, martedì fino alle
17,
giovedì fino alle 20; sabato e festivi chiuso. Per
ulteriori informazioni,
tel./fax 06.49910365.)
Marco Mathieu